... m'accuccio nella mia poltrona rossa ...
E' la seconda volta che penso a Ida.
La prima, mi sono fatta forza, avevo voglia di tuffarmi nel mio recente passato, tornare a confondermi, seguire di nuovo la marea .... L'ho pensata, mi sono immaginata mentre svuotavo su di lei domande di cui mi sarei vergognata. Non mi avrebbe risposto come avrei voluto, ma avrei sentito il suo tono di rimprovero; il mio Super-Ego : Signore dispotico che ho cercato di giustificare col nome di Saggio, io, severa per me, comprensiva per la Vita degli altri ... nonostante tutto.
Ed ora ho ripensato a lei ...
... sprofondo nella mia poltrona rossa, come in un abbraccio che mi rassicura 'che son due giorni strani questi, in cui ho deciso di mettermi in gioco, lasciarmi condurre dove avrei voluto, dove non osai ed è davvero strano, ora, trovarmi spaesata nel dover essere una apparenza sorridente e poi trovarmi ad ascoltare cose che cerco di capire, altre che avevo deciso di rifuggire e un mondo di emozioni mal celate o trattenute o riversate come nulla fosse o taciute o modificate in nome di un bisogno più impellente racchiuso in un evento che ha ottime ragioni : le proprie.
Ed io sorrido nel sentirmi assolutamente incompetente ... c'è una sorta d'invidia del sapere, una sorta di consapevolezza di un'opportunità che non ho colto per paura del sacrificio ; rivivo l'abbandono e l'incuria, il vuoto e le forze disperse a sopravvivere,
a sopravvivere ......................................................................................................