... in ogni cosa cerco equilibrio,
che stia tra ciò che sento e quel che credo essere giusto, per me
... son solo giorni di fatica, questi
nel districarmi tra omertosa incuria
come ultima falange di un molosso dai mille tentacoli con gli occhi volti al diodenaro, cieco ...
sarò la spina nel fianco o anche solo la pungente infezione, che disturba, poi attira l'attenzione,
senza cedere d' un passo, ostinata almeno ad essere ascoltata ... e più, a ribadir con forza la mia convinzione.
Dall'annuncio triste e mesto, una supplica d'aiuto, son partita come infido ossiuro, scalando il ventre molle
della bestia fino a sfidare il volto dell'orco che crede di poter aver potere, mentre si prostra prono al potente e si pavoneggia di fronte all'ignoranza che lui medesimo ha creato. Oh, sì, gli piace srufianarsi chi come lui gode della feccia o allearsi per le proprie porcherie ed anche tener di sotto contando sull'arma del ricatto. Temo non conosca l'origine del rispetto, e quindi, sono apparsa! Bastarda come sono, l'agnello buono agli occhi suoi ignoranti, Arqual per questo nuovo branco ! Ho già mostrato i denti e il ringhio gli ha percorso la carne fino a farlo tacere ed accucciare per un momento. E come lui, il suo gregario, che bela falsa disperazione agitando il bosco. Arriverò anche a te, sciocca bestiola, sono già dentro anche a quella che credi sia la tua guarnigione ... la tua autorità è sterco che uso per concimare il germe dell'orgoglio nelle menti dei tuoi ...e sappiano anche loro che non dimentico ... Loro, ora svegliati dal tuo putrido lamento, cozzano cercando un buco che li ripari, una lancia o il suono greve che poco prima li ha protetti. Loro, che l'illusione del far gruppo li ha resi ai miei occhi nemici quando, col ricatto, degni della testa che li guida, hanno cercato di sabotarmi il branco. Loro impareranno.... che ho sorretto il Capo, mostrando a lui la strada della fierezza ribellandomi all'orco oltrepassandone le fila, portando in ogni dove il mio messaggio, facendo si che l'ordine rimanesse saldo e l'orgoglio avesse il buon sapore dell'entusiasmo e il branco si sentisse forte, forte come il braccio che regge lo scudo e pronto, pronto come un arco teso a scoccar la freccia, ognuno la propria, ognuno forte del nostro coraggio ... Che imparino, loro, che avrei potuto girare il muso e sguazzar nel fango fino a noia e aver comunque assicurato il pasto, imparino che non è la mia natura tacere di fronte all'arroganza né subire l'incoerenza che si autoincensa per glassare l'imminente danno. Imparino che mentre mi dimeno per l'equilibrio mio, ferita a fior di pelle dalla frustrazione, le spine tolgo a loro dal molle deretano.
Che cada la mia testa, sono curiosa di vedere quale seguirà dappresso ...