Il telefono suona. Il numero è in chiaro, ma non lo conosco. Rispondo con un certo distacco, pronta alla solita litania di una proposta sul risparmio energetico. Cortese, fino a che la proposta non diventi una scellerata forzatura pretenziosa …
_:”Silvia! Ciao sono Monica del Lago …”
Chiudo gli occhi. Non sono più seduta sul divanone grigio; sollevata in quel mondo che ora chiamano “metarealta’”: il mio passato, il presente e un possibile futuro …
Lorenzo è padre e vorrebbe festeggiare il battesimo di suo figlio al Lago, lì dove mio padre mi invitò a festeggiare il battesimo di Alex, suo fratello … Avrei dovuto chiamare Monica….
_:”Monica !! Che bella sorpresa! Saranno almeno 3 anni che non ci vediamo !”
Ho sempre amato i suoi modi, sempre, anche nell’affrontare situazioni dispiacevoli. Io non sono così; sono stata protetta dalla crudezza di una parte di realtà e quando la incontro mi sento esposta, nuda … fatico a prendere le giuste distanze emotive; mi sento coinvolta, tutta.
Mi dice che è stata chiamata perché è ora di diseppellire mio padre …. Li ha informati che il famigliare più prossimo è la moglie ed ora hanno avviato ricerche… Se nessuno se ne occuperà, finirà nell’ossario comune … Lei vorrebbe farlo cremare e metterlo insieme alla sua nonna…
_:”Splendida idea! Hanno vissuto insieme per così tanto tempo! Mi piace tantissimo, è giusto, sono d’accordo con te!”
_:”Non si può, Silvia, sarebbe gravissimo, mi hanno detto così perché io non ho nessun legame con tuo padre e qualcuno potrebbe venire a recriminare questa scelta … ho già pagato per aver sbagliato …”
_:”Nemmeno io ho legami con mio padre, Monica. Tu almeno c’hai vissuto da poco dopo che sei nata, io non sono stata riconosciuta! Delle due avresti più diritto tu, di me, di scegliere per lui”
….
Papà si rifece vivo nella mia vita dopo aver guadagnato abbastanza da far abbattere la baracca del Lago e costruire il ristorante: avevo 20 anni, ero in attesa di Lorenzo e qualche mese dopo mi sarei sposata …
Non era bello andarlo a trovare, sentivo proprio il disagio d’essere in un posto che sarebbe potuto appartenermi, un posto che mamma mi aveva in parte raccontato con l’entusiasmo di una giovane donna innamorata … e per quanto Graziella, la compagna di papà, fosse accogliente e materna, sua figlia era livorosa e crudele, convinta che fossi lì per rubarle la sua parte di sacrificio, trovando ogni occasione per mettermi a disagio. Non avevo cercato io mio padre, non ne avevo bisogno, un padre per me c’era stato e sopra ogni cosa mia madre era stata anche mio padre. Ero lì per mettergli in pace la coscienza, la sua non la mia. Li aiutammo per tre anni e con l’arrivo di Federica decisi di smettere, non era la vita che volevo. Per un milione ogni paio di mesi, non avrei sacrificato i miei figli. Per un milione ogni tanto non avrei più permesso a Valeria di offendere la mia dignità … Non avrei mai lottato con lei per entrare in società, lei che per il compleanno di mio padre si fece regalare le porte di casa, lei che supportò arrogante , ad una cena post lavoro, davanti a tutti, l’idea di mio padre: “ io non lascerò un testamento, le persone che stanno con me sanno bene cosa vorrei, quello che sarà giusto fare, ci penseranno loro a dividere quello che lascerò”
… io non ho ricevuto niente !
Alla fine comparì un testamento, mio padre non era nemmeno in grado di capire che cosa stesse succedendo … io non ero nemmeno stata citata l’unico ricordo finì al figlio di Monica e mi spiegarono che non era possibile dividere un orologio per i miei tre figli ….
Della morte di mio padre ricordo le sue ultime parole …
_:” Gino, Gino, Gino, vedi questa bella signora? La riconosci?” Lo sollecitava, la badante nuova
Papà aprì gli occhi, non più castani, ma presi dell’azzurro della Morte _:” E’ la mia bimba!”
… Le parole più dolci, alla fine …
Questo mi ha ripagato dall’imbarazzo di vedere rotoli di soldi di mio padre nelle loro mani e l’arroganza di pensare d’essere così cogliona da credere che “ ha avuto tante spese, non c’è più nulla in banca” come se avessi chiesto qualcosa ! …E da lì a poco, guardarla pagare il funerale da quel rotolo che rimase comunque abbastanza grosso da non permetterle di unire le dita …
“La mia bimba” … sono rimasta lì, a fare la figlia, a permettergli di essere padre di una donna adulta ormai …
… ormai, già, perché il giorno che a tavola mi chiese se volessi il suo cognome davanti alle sue donne , tremai … pensai che finalmente sarebbe potuto essere ripagato il sacrificio di mia madre, che fiera ed orgogliosa mi esibiva al mondo come SUA, sì, oltre la famiglia che l’aveva sempre fatta sentire diversa, bastarda, da vergogna per aver amato mio padre già sposato e cugino di vario grado, ed era stata invitata ad abortirmi dalla mia bisnonna super cattolica e praticante che a 10 anni avrebbe voluta affidarla ad un vecchio laido del paese come “bastone della vecchiaia” … SUA per il Mondo , a testa alta e questo padre che aveva già fallito nel suo ruolo, fallì di nuovo …
_:” Papà a me va bene, se vuoi prenderò il tuo cognome, ma non rinuncerò al mio. Se vuoi, avrò il doppio cognome, perché non rinnego mia madre, mi ha dato il suo ed io ne sono orgogliosa”
__:” Quel cognome non significa un cazzo, l’ha preso solo perché era del marito di tua nonna. Costerebbe un paio di milioni. Non li voglio spendere, lasciamo stare tutto”
… questo, tra le altre delusioni, era mio padre …
Monica, mi dice che tra due Martedì, dovrà andare a firmare per la scelta, che è stata cresciuta come un soldatino da mio padre e che se questo l’ha resa forte, ma ogni volta che lei provava a vivere la propria fanciullezza ed adolescenza, lui sopprimeva ogni entusiasmante lancio verso la vita ricordandole i doveri del lavoro, così , non vedeva l’ora che lui andasse a dormire. “Vai a letto, Gino” gli diceva e subito ripara questa frustrazione raccontandomi che gli faceva leggere i libri perché poi le dettasse il riassunto, lui si prestava e pazienza se l’insegnante capisse che non era farina del suo sacco, il compito era stato fatto!
_:” Monica! …“ pronuncio quel nome come se ne fossi madre e potessi abbracciarla e riparare ogni cicatrice … poi ritorno in me “… mi dispiace così tanto che sia toccato a te vivere mio padre, ma ti ringrazio, perché in questo modo io mi sono salvata…”
_:” Certo che ti accompagno, Monica. Non ti lascio sola. Martedì, sarò con te”🌹
…
… mi sale un moto di rabbia, la rivalsa dell’orgoglio, non avrei mai scomodato il riposo di mio padre per riprendermi quel che mi è stato tolto dalla sua superficialità, dalla sua incuria, dalla sua stupida e materiale ambizione, dalla fiducia mal riposta ….ma ora, che per legge, il suo riposo verrà interrotto, volendo, potrei richiedere di mostrare che i suoi loci genici sono anche i miei…
… non ho mai smesso di sognare di piantare alberi di Paulownia …
……
… sono quella che sono, perché mio padre non è mai stato padre, per l’Amore di mia madre e per Valerio che ancora dice ci ha fatti incontrare il Destino 🌹♥️