... " vado da papà !"
Era solo un annuncio, non un invito, ma mamma ha voluto aggregarsi. Più che per sé, credo per non lasciarmi sola o forse, per il suo senso del Dovere, quella commistione di intenti che la portano a fare quello che crede giusto e che magari pesa sulla coscienza, ma deve essere fatto : " Vengo con te !"
Ho abbozzato un " se non ti scoccia aspettare mentre scrivo ?! " aggirato da " beh, mi metterò a cercare quadrifogli ". Sì, va be', c'è del surreale in famiglia; mi chiedo quanti altri possano pensare d'andare a cercare quadrifogli in un cimitero .... ! Poi, ci ha pensato, me l'ha chiesto se per caso non volessi andar da sola e ormai non me la sentivo più di dirle che me l'ero proprio pensata così ...
Tappa da Dino che ha le paste migliori e ci scappa sempre di criticare il servizio !!! Mamma parla, parla parecchio anche di cose che già so e che mi ha già detto su questa strada. Porto pazienza, sarò pure io così, un giorno, forse, e vorrei dirle che me ne andrò con un infarto e che non è vero che non è doloroso ... ma mi limito a raccontarle della premonizione dell'incidente di Valerio, almeno combatterà un po' tra scetticismo e amore materno ... E' che non sono io, oggi, con mia madre di fianco che non lascia spazio al mio sentire. Non mi affido a me, non lascio che la memoria mi guidi e abbandono la mia fiducia per la sua ... sbagliando strada secondo le sue indicazioni. che mi fanno brontolare e poi decidere d'impulso. Un moto di ribellione e vengo attratta da un edificio chiuso da tempo. Chiama il mio nome. Mi ricorda qualcuno, qualcuno che ama strutture fatiscenti, e vorrei parlarne, ma il richiamo è intenso, come a voler mostrami qualcosa che mi appartiene, che dev'essere condiviso. Lascio la strada per lo sterrato davanti all'edificio, scendo, voglio fare delle foto. Mamma non scende e mentre aggiro l'auto mi dice : " Era qui che tuo padre veniva a scaricare le barbabietole, c'erano file interminabili di tir, un tempo!" E' lo stabilimento dell' Eridania !!!! Sorrido e scatto e vorrei avere più spazio nella memoria del telefono e vorrei essere da sola per scavalcare il cancello ... c'è un adesivo su una porta verde " Chi mangia è coinvolto nell'agricoltura !" continuo a sorridere, ogni cosa mi sa di mio padre, della sua filosofia di vita per la quale avrebbe approvato ogni mia utopia " l'importante è che tu faccia ciò che ti fa stare bene ". Torno in macchina, convinta di fare a modo mio, ignoro i suggerimenti di mia madre a costo di fare un giro bagiano e passare per il centro ... " è per di qua, lo so" e vorrei dire lo sento. M'infilo in una strada senza indicazioni e sono certa anche se sembra portarci in una trattoria .... " eccoci !"
Superiamo il gabbiotto e sempre mi stupisco di quanto è bello questo cimitero, sa di pace ( ok, eterna, ma non così ! Sa di movimento, di vita, di giardino di cui qualcuno si prende cura ), supero la chiesa che non sembra una chiesa e svolto a sinistra. Mia madre mi precede. Sono agitata. Dov'è ? E' in alto lo so, ma arrivata a metà con mia madre che passeggia guardando le foto mi disturba. Dov'è ? Mi sento una bambina smarrita, torno indietro, poi avanti, giro l'angolo e non ho più riferimenti. Mi sento abbandonata, smarrita, dimenticata per una distrazione ... C'ero venuta, la prima volta e l'avevo trovato subito, come per richiamo, come ogni miracolo che può essere chiamato Amore ...
A passi svelti vado dalla signora bionda che si occupa del cimitero e chiedo : " Non trovo papà, so dov'era ma non lo trovo più"
Sorride teneramente:" Non si preoccupi signora, ora lo troviamo"
"si chiama Loredano Gualandi ed è morto nel 2008" e mentre appoggio borsa, libro, telefono, chiavi sulla poltrona rosso stinto sussurro " ... " non è morto nel 2008, nel duemilaotto ho scritto di nuovo per lui, quando sono venuta qui, ma sono confusa"
Lei già scartabella l'archivio, non mi ha sentita, mentre mi dice che questo nome non le è nuovo .
" E' in alto, a meno che non l'abbiamo ... spostato. " E' certa di no, certi loculi restano tali per 99 anni.
La informo che probabilmente mi sono sbagliata, che l'anno non è quello, ma non riesco a pensare. Mi esce un " l'ho saputo dopo tre anni che non c'era più, non mi hanno avvisato". Mi guarda stupita e mi chiede : " suo padre? Ma bravi!" Giustifico tutte le vite, tutte le azioni :" era il mio papà putativo è rimasto con me fino che avevo sedici anni " e gli occhi mi si riempiono di lacrime, non posso trattenermi. Chiama una collega e in un minuto tutto si risolve. Ringrazio anche io la collega al telefono e mentre glielo comunica sorride. Vuole accompagnarmi e ci avviamo da dove ero venuta .... stessa svolta, stesso corridoio, mi ero solo fermata prima,perchè mia madre era già di fronte e non lo aveva visto .... Mi lascia lì. Guardo papà e sorriderei se il magone non mi stringesse la gola. Mi siedo sulla collinetta : " Papà, mi ero persa !".
Non ho più voglia di scrivere, s'è persa la magia, la magia dell'incontro. Chiamo mia madre, sento il suo cellulare che suona e la sua voce in stereo tra l'orecchio e in etere (!) " Ma', sono qui " come se fosse ovvio il dove sono. Mi risponde e continua a tenere il telefono all'orecchio mentre sbuca dalla collina, con gli occhiali inforcati per guardare le foto (!) ... " era qui, dovevo solo fare un passo in più "
Era qui e presa dalla mia, di vita, mi son persa la sua ..... per non aver fatto un passo in più.
" Ho bisogno di un abbraccio" e già lo sta facendo, poi sbaglia : mi sfiora la pelle sotto la canotta e mi allontano come se tutto fosse già a postofinitostobene.
Ho bisogno di un abbraccio, un abbraccio che mi stringa le spalle, che mi tenga ferma l'anima, che non mi faccia venire voglia di fuggire, che lasci uscire i pensieri senza bisogno di guardarti in faccia o che me li faccia tenere dentro perchè lo sento che mi hai capita ... un abbraccio per me, dove dentro c'è tutto l'amore che ricordo, che mi ha nutrita, anche se fosse idealizzato, anche se è miope agli occhi degli altri, "anche se" e non mi importa, è mio ed è parte di me, una parte che sa di selvatico, di indomito, di giullare e di geniale, di generoso ed anche un po' egoista, di leggerezza e di abisso, del sorriso che ridimensiona tutto e di domani e di va bene ....
" Dai , mà, andiamo, che Fede ci aspetta .... "
... e si ferma per farmi guardare le foto " Guarda che belle ! sono dei primi del novecento !"
Sorrido e penso che va bene, è andata così !!!! .... mi rimane un gran vuoto, dovrò ritornare .....
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..bellissime emozioni son rimasto basito.
RispondiEliminaUn caro saluto
Maurizio
Ciao Maurizio ! Sorrido ogni volta che ti fermi un po' qui !
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