la vita entrava o restava fuori
e poi faceva polvere di gatto o tutto l'infinito nel pulviscolo illuminato attraverso le fessure ....
...
ed ero quella che seminò la vita
in cambio della morte
e ancora
e ancora come schiocco ed eco di ogni cambiamento
...
ed ero quella seduta sopra al ramo
dopo che il vento scompigliò l'anima e i capelli
e la mia carne fu banchetto del giudizio
ed io fui libera dalla ragione
...
e sono quella sulla panchina
a piedi nudi
abbracciata alle mie gambe nuove...
... ho preso fiato, ho riguardato tutto
mi sono persa, mi son distratta e ho sparso briciole di cuore, oltre i confini .... oltre me
per poi tornare ... senza rimpianti, senza rimorsi, così com'è ....
....
sono vicina ...
E' bello riascoltare Arqual
RispondiEliminaSi chiama "vivere"
RispondiElimina:)