venerdì 2 settembre 2011

... avevo deciso


... pareva semplice diventar complice della propria ragione:
col pensiero, esiliare sentimenti ed emozioni
ridurli al silenzio come quadri a lutto, coperti da tela nera ...

... come potevo tacere la vita, la bramosia di berla a piene mani, restare inerte ad ogni suo delirio di comando : "vivi, vivimi !"

... illuminata dal mio demone, placata dal mio dio ...

Affamata di calda ebrezza di vento sublimante il mio diniego d'esser ciò che non ho mai voluto, né pensato d'essere, ho travalicato ogni argine con tutta me stessa, sparsa per un mondo che sentivo migliore del mio, almeno più pieno, di sicuro nuovo ...

... allora additami come ingenua, perché lo sono, ed è questo il mio peccato: aver fiducia; senza il bisogno che ti soffermi sospettoso o intransigente a chiedermene, io l'ho già data, 'che nel silenzio ho guardato ogni tua mossa, 'che nel verbo ho spiato l' anima tua nascosta

... allora additami come superba, perché lo sono ed è questo il mio peccato: saper osare; senza bisogno d'esser sfidata a farlo, non fatico per il tuo piacere, ma per il gusto di mettermi alla prova e con tutta me stessa, per sapere fin dove posso arrivare

... allora additami come un'illusa, perché lo sono, ed è questo il mio peccato : aver speranza; oltre ogni modo io sento di credere che esista un posto di pace per ognuno, fossi io stessa, lo fossi solo per il tempo che il mio pensiero diventi più somigliante al tuo e ti vedessi riprendere il viaggio senza me: il tuo ponte , il tuo arco, il tuo diario, il tuo scrigno ...

... io sarei lì, comunque, quanto tu nella mia vita stessa ...

perché non è di solo spuma fatta la mia vita ...

... ed è gravoso patire il fallimento, l'idea che nulla o troppo poco abbia il sapore di ciò che ho bramato ma non mi arrendo ... m'avvolgo dentro il male mio e taccio e scrivo e ascolto l'eco d'ogni sillaba che ti ho dedicato ... diventa suono, poesia e richiamo d'angeli la cui risposta è balsamo d'ogni ferita, ogni attenzione è restituire fiato alla mia vita e m'incoraggia, mi conforta d'aver ragione d'essere chi sono e non piegarmi alla volontà maligna di rinnegare me perché non vibri meco nell'armonia che hai ispirato e AMO fino che vivo

.... e poi ti cerco perché son certa di ritrovare me tra le parole tue:
scivolarti dentro,
esser specchio della tua apparenza,
voce della tua voce, quella in cui non mi sento, fino a saggiare il fiele della tua vergogna e il miele mio leccarti dolce per ogni tua sciocca distrazione,
e ritrovarmi dentro il tuo pensiero, accento della tua cadenza
fino a concederti ciò che di mio è più prezioso, cercandolo tra ciò che ho di più caro se non son io


... ma di essenza;
non mi accontento di vivere d'inizi, di eccitazioni della prima volta: io SCELGO mi fido dell'istinto, dell' intuizione come rabdomante di sorgenti, esteta di passioni equilibrio di femmineo vigore e virile dolcezza, mutevole onda di suono, impulso del tuo orgoglio, abbraccio dei pudori, sostegno delle scelte, rifrazione di pensieri, sorpresa, novità inattesa, presente

... solo per questo amo il tempo
che mi costringe a godermi l'ozio riempiendolo della mia energia ...

... renderò il tuo abisso meno interessante del tuo ritorno ...

... ti stupirò sciogliendo il tuo bisogno ...

... e sarò io ...

... mi riconosco nel tuo desiderio ...

... passione e sogno ...

... avevo deciso,
ma tutto fa che io sia io !





2 commenti:

  1. e allora ti addito come tu che sei tu,non ti chiamerò con tutte queste etichette,siamo tutto,siamo niente.Spesso ci facciamo sovrani di lunghe ali spiegate al vento,disponendo minuziosamente le piume nell'armonica prospettiva che più ci aggrada,forse la fisica si scontrerebbe con la capacità di volare di suddette,eppure noi sentiamo il loro fendere l'aria,ci sentiamo di remare spalla a spalla su un fiume in piena,travolti dalle emozioni.Capita che poi ci accorgiamo di avere remato da soli,e ci ritroviamo su un rimorchiatore che ci sembrava una barca galleggiante in un lago e il vento sparge le piume,lasciando scheletri telai di ossa costruiti da noi.

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  2. @ ... continuo a pensare che aver creduto d'essere sovrani ci ha reso tali per il " semplice " piacere d'aver vissuto, per aver goduto, in quel viaggio, del privilegio di non esser soli, per non aver più distrutto che creato, per aver pensato in un altra prospettiva, per aver osato, per aver planato e poi faticosamente ribattuto le ali, contro vento, per fermarsi un pò e poi cogliere il vento migliore ...

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