giovedì 8 aprile 2010

... " spazio invaso !"




Seduta, composta, come sempre : un piede posato al suolo, uno sopra il sostegno della poltroncina nera. Meno nera, oggi ( chissà se ridevo sentendo nell'aria il lutto ?) Ora so che sono compenso .
Mi guarda, di solito, quando io le parlo, ma non sostiene il mio sguardo quando capisce che attendo un giudizio. Non ha una buona opinione di me, le ho svuotato addosso il mio peso, tra lacrime e singhiozzi finendo col prendermi in giro. Gliel'ho permesso, ho permesso che rubasse tutto ciò che chiedeva e a volte mi aveva rubato la mente, a volte nutrita d'orgoglio, il mio. Lei non fa domande, come me, ma quando le fa, esige la verità. Come me!! Io rispondo alle domande giuste e non mi risparmio l'ipotesi di qualsiasi errore. Io ascolto, lei sentiva, l'ho pure redarguita! Ma lo so, è colpa mia, lo ammetto, ho sempre avuto un pudore figliale, una sorta di bon-ton morale che non mi permetteva di dire le cose con la pancia, ma ripulite da quel che ritenevo vizi di comunicazione, ed invece fanno la mia completezza. Mi credeva una persona di reazione, la "povera vittima". Lei s'era da poco separata ( ora so che c'entra col suo occhio bicolore che mi impediva di parlare ) Ora lo so che sono compenso .
Oggi lo so cosa voglio fare. Andarmene .
Sono giunta ad aprirmi la porta da sola ed ad andarmene senza essere accompagnata. Tu non sapevi che potevo essere così grande. Tu non accettavi che io potessi essere più avanti di te. Tu non hai mai trovato una come me che per farti capire com'è, entra nelle cose tue sapienti e ti illumina.
.......................
"Come si sente?"

" Se dovessi descrivere come mi sento, direi di me, con un certo imbarazzo, d'avere un senso di potenza, o meglio, redarguita dal pudore, direi di sentire ua forza incredibile. Non lo nego, ho pianto appena scesa dall'autobus, per gelosia, sì, perchè lo amo,non dovrei, lo so ( sciogli il tuo tabù), vede, non vorrei entrare in un campo che non conosco a fondo ( ora ci siamo) , ma paragonerei , questo senso di potenza, a quella forza che hanno le persone anoressiche, che le porta ad occuparsi di tutto, a non fare preoccupare gli altri e a rinunciare ad un bisogno vitale ( e qui mi sei dentro ), ( sai che so!) e sono tre giorni che mangio davvero poco e sono davvero preoccupata, non va bene così, ma so che ho fame e faccio una netta distinzione tra languore ed appetito..."

Le dita scorrono sulle perle della collana ( la mia postura? Ti accontento : slaccio i piedi, poso le mani coi palmi delicatamenti aperti sulle ginocchia, mi sistemo nella poltrona rossa)

"... io sono gelosa della nostra intimità, non temo nessuna rivale, non ne ho; altre presenze compenserebbero ben poco quello che lui vuole e che ha da me. E' un delirio percepire le infinite e sottili connessioni e sorridere teneramente ( mi hai detto " materna" ) e con rispetto poichè ti segua nella tua rivelazione ? Si, lo è, ma sento questo ( Non mi sentirai pronunciare quello che non voglio). Se lo vedessi felice con un'altra, lo lascerei in silenzio, giuro, me ne andrei perchè avrei finito il mio compito. Ma se lui torna, dev'essere liberato dal suo buio ed affidarsi a me come io ho fatto con lui ( ed io ci credo) Non voglio mai più vivere un rifiuto, preferisco la rinuncia e se non cambio, qualche altro sintomo si presenterà. E io non voglio, non lo voglio, non ci sta, o dentro o fuori, questo poco rispetto non mi piace ( L'avevi pensato, vero?), non posso sopportare un peso che non è il mio. Quanto ancora posso reggere ? Se non decide lo faccio io, ho bisogno di proteggermi. "

Sprofonda, quasi si accascia nella sua poltrona nera, illuminata poi prostrata per avermi profondamente sottovalutata allora e spaventosamente rivalutata ora, da non trattenere un giudizio personale ed esplicito su qualcuno ( BANG) ( chi era Psyco?!)

Lo dici come se davvero fossi imbarazzata.

... mentre l'indaco m'appanna la vista (la morte, la pelle del serpente, il serpente che cresce. la vita. i Maya)...

" SPAZIO INVASO "

" lei ha sempre mostrato le sue fragilità
c'è chi ha frainteso "

" Ottimo, Ida, mi hai vista per quella che sono, finalmente lo hai detto, .... io me ne vado, era quello, che volevo !"
.......

" ci vediamo mercoledì? "

Sorrido, io avrei finito ! " Va bene, ci vediamo !!"


3 commenti:

  1. Loro non sono altro che il mezzo per il quale riusciamo a ritrovare noi stesse. Loro sono il metro di misura che utilizziamo per comprendere se gli altri ci comprendono, se capiscono veramente cosa siamo, cosa vogliamo e se ci sappiamo spiegare. Non debbono dare a noi spiegazioni, non ne abbiamo bisogno. Debbono sono farci capire, anche sprofondando in una poltrona, se siamo chiare, se riescono a capirci, a comprenderci in fondo, a vedere oltre le apparenze. Se siamo in grado, quando vogliamo, di mostrare noi stesse. Fragili, sbagliate, sconclusionate, strane. Ma noi stesse e ne andiamo fiere Amore mio, perchè siamo così e non abbiamo voglia di cambiare. E non esiste persona che ci faccia cambiare. Può farci respirare un odore nuovo, una nuova sensazione, ma siamo noi e solo noi a metabolizzarla e a cambiarla. Detto questo è tutto meraviglioso. Il nostro percorso è ancora fianco a fianco e ridiamo di ciò che stiamo creando e di ciò che abbiamo nelle mani. Siamo vive, sono gli altri che non lo sanno (ed era questo di cui parlavamo ieri). Noi siamo. Siamo eternamente Siamo. E sappiamo di essere.

    Ora tocca agli altri capire ciò che siamo e voler camminare con noi o cambiare strada.

    Io sono con te. Sempre.

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  2. @ asha ... è tutto più facile quando si cammina in due. Sono sempre con te e siamo VIVE !

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