mercoledì 28 settembre 2011

... 10 e mezza, Castenaso ...

... era il momento, dovevo entrare... Con un cenno del capo avevo invitato a scendere mamma perché aiutasse la signora che avevamo trovato ad attendere davanti la chiesa sbagliata, Davide è a lato dell'entrata, c'è Donatella e Franca chinate sul passeggino per godere dello spettacolo della vita... Mio Dio, almeno l'ha visto! Altri cento metri fino al parcheggio, i fiori : gerbere arancioni, rose rosse e bianche e lilium screziati di cremisi avvolti in un celophan trasparente e fin troppo rumoroso, troppo rumoroso ... Mamma è già dentro, abbraccio Franca, non è con lei che voglio dividere il mio pianto, non di certo sul bambino, Dio com'è bello, somiglia Davide, com'è ora! Mi presento a Donatella, non ci siamo mai viste, " mi parlava di te, della gravidanza, della cena, del lavoro, è come se ci fossi stata anche io ..." Dai, entro. Da sinistra. E' già cominciata. Appoggio i fiori sull'ultima fila di sedie, troppo rumore, vergogna. Mia madre mi aspetta, vuole che sia io a decidere su quale panca fermarci ... la prima, mamma, qui in fondo, non voglio stare in mezzo alla gente. Davide spicca come un'oasi, a destra dell'altare. Si gira, come se sapesse già dove sono, due parole a sua madre, poi ripercorre il corridoio a lato della navata verso l'uscita a passi che sembrano una corsa, si china su Donatella " c'è Silvia" . Faccio in tempo a dirgli che ci siamo già presentate e con un passo siamo abbracciati sotto il voltone d'entrata... mi solleva un metro da terra mentre i nostri volti affondano l'uno nel collo dell'altra in un pianto che non ha bisogno di parole. Mi trasporta così, rimanendo avvinghiati in un abbraccio che ha la stessa forza, la stessa continuità, in un girotondo che potrebbe sembrarmi imbarazzante se non ci rituffasse nel nostro essere stati bambini-fratelli-amici ... mi lascia, siamo pieni di lacrime, tratteniamo i singhiozzi guardandoci in faccia, poi mi ripiglia, non c'è bastato, sono di nuovo sospesa per aria, sono io quella grande, ora è lui, mi posa " ora basta, vero?" me lo dice col sorriso dolce, non vuole più piangere, non vuole che io pianga. " era così orgogliosa di voi ..." si china, in ginocchio ! " Lo so che sono piccina!" continuo ad abbracciarmelo, la mia testa non arriva che in mezzo alle sue costole ... che pace che mi dà.
Rientro, non amo le funzioni seriali, ma ogni volta che il parroco dice il suo nome devo stringere i denti. L'incenso, mi soffoca
E' finita ? com'è che non lo capisco mai ?
Apro la borsa, c'è il foglio dove ho scritto di lei, lunedì, appena ho saputo, l'arrotolo, lo lego al nastro del mazzo di fiori, resterà là ovunque la portino, è una cosa mia, l'ho fatto anche per papà, c'è il mio amore in parole dietro una fotografia nel bar di Molinella ...
Usciamo, voglio abbracciare Gianni, nel suo pensiero era mio fratello ... ho bisogno di abbracciarlo ... è impegnato a parlare, sorride e trattiene le lacrime, frasi di circostanza ... continuo a guardarlo, mi vede, s'avvicina, ohh, " c'era una foto tua, te la dò " Un tuffo al cuore, devo aspettare ancora, ci son persone che hanno bisogno di dargli conforto, non abbraccia nessuno se non in un tocco e via ... Ecco, finalmente, " Gianni ... " vorrebbe questa distanza anche con me, non esiste, lo abbraccio, un secondo e si discosta, lo riabbraccio e stavolta voglio stare stretta un pò di più, mi batte sulla schiena, ok, no, non è ok, prima di lasciarlo me ne rifila altre quattro, ora sì, ti lascio andare ... penso che mi perdonerà l'invadenza, c'è dentro di lui un mondo di parole che rimangono chiuse e avevo bisogno d'essere invadente ... ha buttato il suo diario, lo dice perchè credo che ne sia pentito " tanto sapevo cosa c'era scritto là dentro " l'avrei tenuto, anche sigillato e reso appena Alessandro me l'avesse chiesto ... non andrà così ...
Dio, ci sono persone che non vedo da almeno vent'anni. Davide ha la scatola con i santini in mano, sopra c'è una busta e tra le due un foglio. No. Sbircio verso il mazzo, il nastro è sciolto, indico il foglio, non ho il coraggio di dire nulla ... mi guarda come un buffo rimprovero " beh, che c'è ? cosa vuoi ?! " " ... nulla, emh, no, no nulla". Lo sa, lo so ... Gianni, non so nemmeno da dove sia ricomparso, mi mette in mano una foto, la mia ... 1972 Sinceri auguri ... vestitino rosso, le mani in alto pronte a pigiare i tasti del piano ... sorrido e piango e sorrido ... ah. Il maglione giallo " su, non farti prendere dalla nostalgia! Era inquietante il tuo vestitino rosso!!! " Torno a ridere, Davide è così !... due passi scostandomi un pò per restare a guardare la foto e l'amore con cui Nella l'ha tenuta vicina ... " Ma tu sei Silvia ? si! Ti ho riconosciuto dal sorriso !! " ....Dal sorriso ? Sono andata via da Via Bellaria che non avevo nemmeno 18 anni e mi riconoscono dal sorriso ? ... " sì, sono io, signora Baruffa ! " " ... e la mamma ? " " E' la, sta parlando con la Barberis " " Com'è cambiata !" " ... già cambiamo tutti " ... o quasi !!!!

 ... Ciao Nella, ho preso il numero di telefono di Davide, sei bellissima nella foto, mamma ha detto che somiglia a quella che abbiamo scelto per la nonna, Alessandro è bellissimo, ti abbraccio, ti abbraccio forte, anche io ti voglio bene, ciao, sì ... ci vediamo.

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