venerdì 6 dicembre 2013

... diverso e unico ...

... ho pensato d'essere un giocattolo nelle mani del Destino ...


... che forma ho se non quella che si plasma nel sentire dell'altro, vagando dentro me, guardando se qualcosa mi assomiglia, fosse anche solo un dubbio, una crepa nella saccenza dell'Io, che io lo so che potrei essere qualcos'altro, qualcun'altro e riempirmi di sfumature che non hanno nome ... e accolgo i tuoi pensieri anche fossero come un pugno nello stomaco, anche fossero come una mano che lascia la presa, fosse anche l'immagine di me che non ho voglia di vedere ... che sia, ci farò i conti alla mia maniera e continuerò il mio viaggio mischiata anche di te ... 
... e dove vivo se non dove m'han voluto, aggiustando il mio sentire, tra orgoglio e poesia, tra entusiasmo e abisso, tra le possibilità e i limiti ... e ho smesso di vagare sulla fune, di nascondermi tra i rami, ... tocco la terra a piedi nudi e troppo poco spesso ora guardo il cielo ... e fino a ieri portava il nome di trapasso, non sono morta, no, e ho smesso d'incazzarmi perché sento meno, non vedo meno; pesa meno ed è peccato ... 
... e quanto duro se non il tempo del sentimento, e anche di più se mi hai nutrito quando avevo fame e sei rimasto anche quando non ti conveniva e molto meno se la realtà è più dura di quello che ho sentito, se tutto quel che ho messo, al tocco, non ha avuto senso ... resisto, esisto anche in quello che non ho capito, anche in quello che mi ha illuso, che mi ha deluso, che mi ha tradito, per tutto il tempo che mi serve a digerirlo .... e sto in silenzio ...

... e quel che amo è riconoscere la tua orma sul sentiero, mutando la tua pelle e non la carne, un passo avanti a me, di fronte a me, che per guardarti sia costretta ad alzare il muso ... è il senza tempo il tempo del sentire ... e mi perdono se ad un tuo cenno, io mi ritrovo lì ...

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