sabato 8 ottobre 2011

... finire


... seduta sul ceppo che anticipa l'ingresso, spalle al muro scaldato dal Sole, riposo e penso ...



E' Sant'Andrea il mio rifugio del cuore, dell'anima, il posto in cui i pensieri si rilassano cullati dal silenzio e dalla quiete, dal tempo che segue il respiro, dai prati incolti e dai boschi fruscianti ...
Era qui che mi portava mamma, a volte restava, a volte andava via, ma non ricordo bene, se non la zia e la sua sfoglia gialla, così buona cruda, quasi cremosa tra lingua e palato, il toscano insipido, tagliato a fette sottili e spalmato di Nutella, il Chianti così corposo e ruvido per i miei gusti di bambina, l'odore umido della legna, il crepitare dei ciocchi nel camino, l'insolenza dei salumi in cantina, l'acquolina indotta dal profumo del pane appena sfornato, l'emozione morbida dei coniglietti nati da poco, il curioso grugnire dei maiali e l'acqua gelida della fonte, il rassicurante profumo del sapone di casa che m'eccitava i sensi mentre pregustavo il momento in cui saremmo andate a lavare i panni alla fontana, molto di più degli spiccioli serrati nella mano per fare acquisti in bottega ... Dio, che inquietudine entrare in quella casa, violarne l'intimità perchè una delle stanze è adibita ad un disordinato e buio bazar ... il cremino però era una dolce scrocchiante sorpresa e che dire  delle zuccherose chewin-gum alla fragola che s'impastavano tra i denti perdendo d'improvviso morbidezza e sapore ... ah, scappo a casa, lontano da quelle sciocche tentazioni, qui, dove il Sole ha scaldato la pietra, dove ora poso le spalle per irradiare i polmoni, qui, dove non ho il dovere di parlare per forza e posso concedermi il lusso di immaginare qualsiasi cosa, su chiunque e posso immaginare d'essere ovunque senza muovere un passo per poi lasciarmi distrarre da una lucertola infreddolita, da un pigolio di rondine dal sottotetto, da una ragnatela che brilluccica mossa da un leggero refolo di vento ... che pace il silenzio intorno e la vita dentro me, nuova, curiosa, innocente ...

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