venerdì 28 novembre 2008

rallenta


Da qui, ogni cosa appare diversa: il tempo rallenta, respiro.


Immobile, dopo che il lampo e il tuono hanno squarciato il cielo. Immobile il mio corpo e non il cuore , che per compensare l'inerzia, ha raddoppiato. Troppo, troppo veloce, veloce anche per me, che rotolo ridendo, piangendo, ridendo fino a che non finisce il dirupo. E' finito. Non so nemmeno dove sono. Il fiato è breve e silenzioso: nessuno deve avvertire la mia paura. L'unico riferimento è lassù, dove è cominciata la folle discesa. Nessun danno visibile, dentro, ogni pensiero produce dolore. Resto ferma, buona, prima o poi questo dolore finisce. Dio che ridere però! Però mai più, non così in fretta e nonostante questo ancora godo della freschezza dell'erba, di quanto era soffice la terra, di quanto fosse bello il cielo al contrario e ricordo i profumi, gli odori, gli aromi di ogni luogo dove ho affondato il volto, il corpo che rispondeva alla discesa, le mie risa.......Ora risalgo, piano. Piano.Piano. Sto, arrivando. Silenzio, fa silenzio è meglio...non dire nulla. Vorrei fosse così, vorrei non fosse, ma non decido io e nuovamente e peggio s'abbatte la tempesta, cogliendomi improvvisa. NO. Di nuovo a terra, non ho tempo di distinguere il frastuono e le saette. Perché? Perché di nuovo? PERCHE' ? Ora smetti di fare burrasca! Placati ! Non ti portare anche l'aria mia....Tutto si ferma, mentre il pensiero ancora rotola travolto dal ciclone...tre.due.uno...Domine Dio...domina dio......! ! Nessuna certezza, ma ora sono qui. Da qui, ogni cosa appare diversa: il tempo rallenta, respiro.

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